appunti di scrittura, stato d’animo random #1

È una morsa che stringe e strozza. Gola polmoni stomaco. Il tempo ride di me, della mia inadeguatezza, della mia vigliaccheria. Delle scuse che trovo e a cui credo. Il tempo gioca a calcio con la mia testa, lui la lancia contro i muri, lei rimbalza sull’asfalto.
Il tempo ride di me, dello spreco, della frenesia inconcludente, della disorganizzazione, della frustrazione oscena e colpevole. Dei gesti che non seguono mai le parole. Delle cose che avrei dovuto fare e non ho fatto. Parole sprecate, fogli mangiucchiati, penne a cui ho lasciate seccare l’inchiostro. Cose dimenticate.
È una morsa, che stringe e che strozza. La gola, i polmoni, lo stomaco. E si mangia quel poco di sano che mi resta. E il tempo ride di me, di questo vuoto a perdere. Al puzzle manca un pezzo, e quel pezzo se l’è mangiato il gatto. Niente è stato sistemato, e il disordine occupa tutto lo spazio disponibile. E tutto il tempo passato, presente e futuro. Le dita picchiettano, e spingono, e pigiano. I tasti fanno tic tic, questo so farlo. So mettere insieme una parola dopo l’altra. Ma non saprò mai qual’è l’ordine giusto.
Sono l’unica responsabile di questo disordine.
Il tempo non è il mio tempo, non comando io. Le cose accadono, con o senza di me. Ma non accadono a me. Accadono sempre di lato. Accadono a chi si muove veloce.
Non è vero che basta aspettarla, una cosa, per farla accadere.  Il tempo lo sa e ride di me. Dei miei sorrisi sguaiati, dei miei gesti improvvisi. Dei miei slanci. Del mio credere. Io che non credo eppure ci credevo. A qualcosa che adesso non ricordo neanche più devo aver creduto, e molto anche. Qualcosa che mi ha spinto fino a qua. Qualcosa che mi fa essere qui, adesso, così.
Qualcosa che non ricordo più, il tempo sa anche questo e anche per questo ride di me.
Ride della mia guerra, delle barricate e delle zone liberate. Ride delle mie voglie e dei miei desideri.
In una morsa che stringe e strozza la gola, i polmoni, lo stomaco.

 

 

 

[queste parole sono collegate in qualche modo a queste, non so esattamente in che modo, non so esattamente dove stanno andando e se stanno andando ma tant’è]